Il primo materasso? Un giaciglio di foglie nella caverna
Così gli uomini preistorici hanno imparato a prendersi cura del sonno
“Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro” raccontava lo storico ateniese Tucidide. Per questo abbiamo deciso di intraprendere con voi un viaggio nel tempo attraverso la storia del materasso e del dormire. Raccontarne l’evoluzione ci aiuta a capire come solo la Rivoluzione industriale (Diciannovesimo secolo circa) e l’arrivo dell’energia elettrica nelle abitazioni hanno cambiato il modo di intendere il riposo ed il sonno durante le ultime ore del giorno. Trasformando quello che era un semplice sistema di «recupero delle energie» in una vera e propria filosofia.
Ma come siamo arrivati alla nostra concezione di «ristoro» notturno? Da sempre già esseri umani organizzano le ore di riposo in funzione delle ore di luce. Fino a pochi decenni fa il materasso, lo strumento utilizzato per dormire, fu all’inizio considerato solo per minime funzioni. Ma con l’avanzare della tecnologia, della ricerca scientifica è cambiato anche il nostro modo di guardare al dormire ed ai sistemi di riposo che accompagnano questo momento. Anche gli strumenti usati per riposare si sono evoluti di pari passo. Facendo così arrivare ai nostri giorni il segno e la traccia di cambiamenti sociali e culturali nelle comunità che riconoscevano l’importanza del sonno per tutti i loro componenti.
Un letto (di pietra) abbastanza scomodo
Lo studio della preistoria ha condotto al rinvenimento di resti di abitazioni, talvolta interrate, in cui già allora venivano costruiti ricoveri per dormire tra lastre di pietra. È stato scoperto che tutti gli ambienti di quelle abitazioni primitive venivano divisi per viverci meglio la giornata, ritornarvi dopo la caccia o altre attività esterne. Ma anche intrattenersi a preparare e consumare il cibo accanto ai focolari ricavati nella roccia. E naturalmente riposare durante la notte, almeno fino all’arrivo di qualche particolare emergenza come l’aggressione di una bestia feroce o lo scoppio di un temporale. I primi letti dell’epoca neolitica (la cosiddetta età nuova della pietra, oltre 14.000 anni fa) possono essere descritti come un cumulo di foglie secche e paglia.
Il cumulo era ricoperto di pelli animali e sollevato dal terreno per dormire tranquillamente, evitando l’umidità e l’aggressione degli insetti. Ma già alla fase media dell’epoca paleolitica (l’età della «tecnologia» con il controllo del fuoco e di altre scoperte, circa 10.000 anni fa) risale il primo materasso, una specie di futon realizzato con una miscela di steli, giunchi e foglie. È datato tra i 7 mila e gli 8 mila anni un ricovero rinvenuto da alcuni ricercatori italiani in Sudafrica, a Sibudu. La scoperta ha rivelato, grazie a studi molto approfonditi, anche un’attenzione particolarmente accurata per il tipo di piante da utilizzare. Preferendo le piante con capaci di allontanare le zanzare che portavano la malaria e altri insetti. Una specie di primitivo «presidio medico».
L’attenzione all’igiene nasce a quel tempo
Le ricerche svolte sul posto hanno anche fatto scoprire una sensibilità per tutti gli aspetti sanitari collegati all’utilizzo e alla cura di questi artigianali materassi. Molto spesso, infatti, c’era l’uso di distruggere i materassi attraverso il fuoco. Questo garantiva l’igiene di tutti gli spazi delle abitazioni destinati alla vita quotidiana. All’epoca un importante riparo da vento e pioggia, ma anche dagli animali, al calare del sole. I ricercatori hanno anche trovato nei giacigli di queste abitazioni preistoriche tracce di una pianta chiamata Cryptocarya woodii. Una pianta aromatica ancora oggi in uso nelle medicine tradizionali. Gli uomini avevano già a quel tempo scoperto che che le sue foglie contengono numerose sostanze chimiche utili ad uccidere gli insetti. Così facendo assicuravano l’igiene e la salubrità del materasso.
A presto per le prossime puntate sulla storia del materasso!
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